Facciamo il punto...
Hollywood va in sciopero!
- Perché parlarne?
Come è noto, qualche mese fa, l’industria del doppiaggio italiano ha incrociato le braccia per qualche settimana in segno di protesta per il mancato rinnovo (dall’ormai lontano 2008) del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore e per la conseguente stagnazione degli stipendi e delle condizioni di lavoro. La filiera del doppiaggio, insomma, ha scelto di prendere una posizione forte per dimostrare di essere pronta a tutto pur di veder garantiti i propri diritti di lavoratori, soprattutto in un Paese dove, secondo i sondaggi, la maggior parte della popolazione preferisce il doppiaggio alla versione originale sottotitolata. Al contempo, dall’altra parte dell’oceano, in La-La Land, un altro ingranaggio fondamentale dell’industria cinematografica vedeva a rischio il proprio futuro e decideva di darsi da fare: alla scadenza degli accordi in vigore, il sindacato degli sceneggiatori [WGA – Writers Guild of America] entrava in sciopero, seguito 12 giorni dopo, dal più grande sindacato degli attori (SAG-AFTRA), che, in poche ore, ha fatto incrociare le braccia all’incirca a 160.000 attori, tra i quali grandi nomi del cinema internazionale.
Un evento a dir poco epocale: i due sindacati, infatti, non scioperano assieme dagli anni ’60!
- La reazione degli studios
Lo sciopero indetto dagli sceneggiatori ha a malapena fatto alzare un sopracciglio agli studio executives, convinti di potersela cavare con poche settimane di agitazione. Tutto è cambiato però con l’adesione del sindacato attori. Le conseguenze di quest’ultimo, infatti, sono, per i boss, molto più immediate e tangibili: le lavorazioni di film programmati per l’anno prossimo vengono interrotte e la promozione dei film in uscita viene sospesa o perde di fascino, vista l’impossibilità degli attori aderenti allo sciopero di prendervi parte. Il fatto che, tuttavia, sia servita la scesa in campo degli attori per creare interesse da parte degli studios dimostra “un’attitudine colonialistica nei confronti dei lavoratori, che sono la vera spina dorsale delle compagnie.” (NdT)
- Quali sono le principali richieste di chi sciopera?
Oltre a obiettivi comuni quali l’aumento del salario minimo, dei contributi pensionistici e della copertura sanitaria, le due richieste principali riguardano la spartizione dei residuals e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
- I residuals: visto che, semplificando il concetto, si potrebbero definire l’equivalente dei nostri “diritti d’autore”, si potrebbe dire che entrambi chiedono di rivedere la percentuale destinata loro dalle piattaforme streaming; mentre però gli attori chiedono un aumento del 2% rispetto al guadagno attuale, gli sceneggiatori chiedono di ricevere un compenso per il loro lavoro, visto che nel contratto appena scaduto non era previsto per i programmi che venivano trasmessi direttamente su piattaforma streaming.
- L’intelligenza artificiale: gli sceneggiatori chiedono che l’utilizzo dell’AI nella scrittura dei copioni sia limitato a una piccola percentuale, essendo spaventati all’idea che gli studi possano iniziare a usare la macchina per creare copioni ex-novo; gli attori, invece, chiedono che ne venga vietato l’utilizzo per creare immagini a somiglianza degli attori stessi, senza che venga chiesto loro il permesso o senza che questi vengano in qualche modo compensati.